E parliamo del tempo, che ci viene meglio. Sappiamo perfettamente quando è soleggiato o nuvoloso, ce lo diciamo in ascensore.
E parliamo di calcio. Anzi io ti ascolto, e tu ne parli perché ti viene più facile.
E poi parliamo anche del lavoro, di quante ore in più fai, di quanti giorni di ferie hai, e di quanto quel collega ti lasci fare.
E poi parliamo della cena, del pranzo coi parenti e della birra che vorresti bere ma che non puoi.
E poi parliamo di Elisa, l’amica di Francesca, che ti fa sorridere, che ti mette like alle storie ma che “non ha niente a che vedere con te”, tu sei “diversa e speciale”.
Bisbigliamo, chiacchieriamo, sospiriamo ma non parliamo mai di come stai.
E del perché nessuno te lo chieda.
Parliamo di tutto, ma non di chi realmente sei.
E allora forse conviene parlar di niente, del tempo, del lavoro, di calcio.
Che non si sa mai, quel silenzio lasci qualche dubbio.