Ho conosciuto Paolo in una sera qualunque. Non ricordo né il giorno, né il mese preciso.
Eppure, ricordo benissimo quegli occhi grandi, quegli enormi occhi blu, profondi come il mare che ci circondava.
Forse avevo bevuto qualche drink di troppo ma lui, tranquillamente seduto su quella panchina a mangiare un panino, rapì la mia attenzione.
Forse quegli occhi e quella gentilezza presero il posto della mia confusione.
Erano le 4:30 del mattino e quella piazzetta iniziava a popolarsi di gente.
Ricordo benissimo quel sorriso e qualche battuta di circostanza.
Un semplice incontro casuale lo chiamerebbe qualcuno. Ed è stato esattamente così.
Esattamente quella semplicità che corre veloce ma che per qualche ragione, si ferma davanti a te per alcuni attimi.
E tu non puoi far altro che accoglierla.
Questo non è l’inizio di una storia d’amore come tutti potrebbero pensare.
Ma è la storia di un incontro che a distanza di anni, conserva gli stessi colori e che riappare tra la gente quando meno te l’aspetti.
C’è sempre un ritorno che fa riaffiorare qualche emozione. C’è sempre un evento che delinea chiaramente i contorni di un ricordo.
Ricolleghi tutto e continui a pensare che niente succede per caso.
In questi giorni, una notizia che ha sconvolto Paolo, ha destabilizzato anche me dandomi però la possibilità di scrivere e di ricordare un momento di spensieratezza.
Io non lo so se da qualche parte del mondo esista la giustizia.
Non so se è possibile anche solo minimamente pensare di poter gestire un dolore.
Non so come sia possibile rendersi conto di una mancanza dopo averla persa completamente.
Non riesco a capacitarmi di quanto sia bello il sole in primavera e di quando sia pauroso il buio di una notte.
Eppure lasciamo che il tempo scorra veloce.
Lasciamo che il tempo passi in silenzio. Senza lasciare altre tracce di sé.
“Niente succede per caso”